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feb 17

Genetica molecolare: la nuova frontiera dell’apicoltura

Lo scorso 13 febbraio si è svolto a Bologna, presso il CRA Apicoltura, un interessante seminario di aggiornamento sulla genetica in apicoltura.

Foto partecipantiNella delegazione campana era presente anche una rappresentanza del CoNaProA. Tra i presenti, anche Michele Giordano, apicoltore del Cilento, nella duplice veste di Presidente dell’AISAAR – Associazione Italiana Selezionatori Allevatori Api Regine e dell’AAPS – Associazione Apicoltori Provincia di Salerno, e Gennaro Di Prisco, PhD dell’Università di Napoli e componente del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Terriaca.

“C’è un crescente e diffuso interesse per la genetica apistica” ha precisato Riccardo Terriaca, Direttore del CoNaProA “che conferma la bontà delle scelte strategiche adottate dal nostro Consorzio, che in tempi non sospetti ha deciso di investire in maniera importante sulla selezione e sulla genetica , stringendo formali alleanze con importanti istituti universitari come i Dipartimenti di Agraria delle Università del Molise e della “Federico II” di Napoli o come il DAFNE dell’Università della Tuscia”.

Particolarmente interessanti sono state le relazioni di Cecilia Costa sull’uso dei “micro satelliti del DNA” per la caratterizzazione delle sottospecie apistiche e di Aleksandar Uzunov che ha presentato il Progetto SmartBees (uno dei progetti di ricerca più importanti mai finanziati dall’Unione Europea) che, tra l’altro, è anche  finalizzato allo studio del comportamento dei ceppi europei di api nei confronti della resilienza alla Varroa. “SmatBees potrà essere uno strumento utile alla comprensione delle attitudini delle razze di api presenti in Europa in termini di resilienza alle patologie apistiche attraverso la caratterizzazione bio-molecolare dei ceppi e lo studio delle basi molecolari e funzionali dell’interazione Ape-Varroa-Virus” ha dichiarato Gennaro Di Prisco che, insieme al prof.Pennacchio ed al prof.Caprio, fanno parte del gruppo di ricerca del Progetto.

Alla fine della mattinata , l’allevatore di api regine Fausto Ridolfi, raccontando il suo viaggio in California, ha evidenziato come l’ape italiana è ancora la regina dell’apicoltura d’oltre Oceano, come dire “nemo profeta in patria”.

Commento tecnico

Sulla genetica molecolare in apicoltura

Attraverso l’uso di marcatori molecolari, nella fattispecie i “micosatelliti del DNA” è possibile definire, con una buona attendibilità l’appartenenza dei soggetti esaminati ad una determinata sottospecie/razza. Sostanzialmente si tratta di una notevole evoluzione rispetto, ad esempio, alla sola analisi morfometrica nel passato e tutt’oggi, unico strumento di indagine utilizzato per la certificazione di appartenenza alla Ligustica. Certamente saranno necessari ulteriori avanzamenti delle conoscenze scientifiche per rendere utilizzabile su vasta scala questa metodica, anche per abbassarne i costi di gestione, oggi decisamente insostenibili se non nei ristretti ambiti applicativi di progetto sperimentali e/o di ricerca, appositamente finanziati. La strada, però, è tracciata. E’ solo questione di tempo e di buona volontà. Magari anche riprendendo percorsi di collaborazione, già collaudati, come quello che ha visto lavorare, fianco a fianco, nel recente passato il Centro di Referenza Tecnico per la Ligustica, affidato dal MiPAAF alla FAI – Federazione Apicoltori Italiani ed il CRA Apicoltura, proprio su di un progetto di caratterizzazione molecolare della Ligustica.

Se da questo contesto è possibile trarre delle considerazioni soggettive, è interessante riportare il giudizio della d.ssa Cecilia Costa che commentando gli esiti delle prime indagini effettuate, ha affermato che la situazione della Ligustica in Italia è “buona” . Ci piace, dunque, terminare queste brevi note con una affermazioni così positiva, che porta una ventata di ottimismo al settore (ed in questo periodo l’apicoltura ne ha proprio bisogno), omettendo scientemente nostre riflessioni sull’argomento che ci ripromettiamo di riprendere prossimamente, soprattutto con riferimento ad alcune “sacche geografiche ben definite di resistenza alla Ligustica” che appaiono in crescita ed in grado di pregiudicare ogni azione di tutela della vera ricchezza dell’apicoltura italiana: “l’unicità della Ligustica”.

Sul Progetto SmartBees

Importante. Potenzialmente molto utile. Decisamente meritevole di attenzione. Certo si conosce ancora poco e poco è stato detto nell’incontro. Magari ci si attendeva qualche approfondimento soprattutto sui protocolli di ricerca e di campo che si intendono adottare. L’idea di restituire importanza sostanziale ai tanto discussi e controversi ecotipi locali, soprattutto rivalutandone la loro “rusticità” è un passaggio coerente con chi lavora per un’apicoltura sostenibile che sappia riconquistare un giusto equilibrio con i valori ambientali che da sempre la rendono unica ed insostituibile nella galassia zootecnica. La presenza ed il coinvolgimenti di tanti bravi e giovani ricercatori italiani, come Costa, Di Prisco e Nazzi lasciano ben sperare per un futuro migliore per l’apicoltura, anche nella ricerca.

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